sabato, aprile 25, 2009

La resistenza ce l'ha insegnato:uccidere un Fascista non è reato !

In questo clima di massificazione delle coscienze e delle idee, mi rifiuto di accodarmi alla glorificazione del 25 Aprile, impegnando i miei blog per ravvivare la memoria. Incominciando da questo, il più trascurato ma non il meno amato.
Che, trattando gli Anni di Piombo, non può certo tralasciare di rammentare che negli anni '70 tra gli slogan più odiosi che si sentivano nelle piazze italiane, forse il più infame, il più scatenante all' omicidio era senz'altro: "La resistenza ce l' ha insegnato: uccidere un Fascista non è reato !".
Oggi ripreso in Internet in varianti curiose, forse tendenti a scagionare la resistenza stessa. C' è chi scrive "La resistenza rossa..." , forse per dar la colpa solo ad una parte di essa. Chi "Piazzale Loreto..." , forse per ridurre a quel solo episodio la mattanza crudele di quegli anni. Infine chi scrive "Le Foibe ce l' hanno...", che suona tanto di Giustificazionismo e Negazionismo sloveno-croato.
No, lo slogan era esattamente come riportato nel titolo. Cosi' come i Brigatisti Rossi hanno sempre affermato di essere il prolungamento della resistenza stessa, nella quale trovarono ispirazione.
E, nel nome dell' antifascismo militante, tanti,troppi giovani o meno giovani, furono ammazzati, feriti, sprangati, terrorizzati.
Con qualche evoluzione tecnica: invece che sparare alla nuca ed alle spalle, i neo-resistenti scoprirono il silenziatore.

Comments:
Uccidere un fascista non solo non è reato, ma è anche un piacere.
 
Ecco l' anonima zecca coniglio...
 
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